La caratteristica principale del gatto Birmano è quella di avere i “guanti bianchi” e per questo si è guadagnato l’appellativo di “gentilgatto”, grazie anche agli occhi di color blu puro e profondo e al mantello d’oro con le punte scure ha conquistato il rango di gatto “sacro”.
La leggenda dice che una volta questo gatto aveva gli occhi gialli, ma che una notte trovandosi in compagnia di un sacerdote di nome Mun-Ha mentre stava pregando una statua rappresentante una Dea, egli venne ucciso da alcuni terribili razziatori.
Allora il gatto salì sul cadavere del sacerdote senza smettere di fissare gli occhi della Dea e di colpo i suoi occhi divennero azzurri come zaffiri e il mantello dorato come il colore della statua, solo le zampe che poggiavano sul corpo puro del sacerdote, rimasero bianche e immacolate.
Da qui l’appellativo del “sacro”.
L’aspetto del gatto Sacro di Birmania è grande e massiccio; il corpo è lungo, le zampe forti, robuste e muscolose.
La testa ha un aspetto particolare: le guance sono piene e rotonde e le orecchie di media grandezza. Il mantello è setoso, morbido e semilungo con pochissimo sottopelo.
Il carattere di questa razza è tranquillo ed equilibrato. Affettuoso e discreto, non è invadente e né aggressivo.
Pur considerando la casa come suo habitat ideale non disdegna una passeggiata in giardino o di prendere il sole sul terrazzo.
Preferisce appartarsi quando c’è troppa confusione intorno.
Per la sua costante presenza e la sua disponibilità è il compagno ideale per le persone anziane e per chi trascorre molto tempo in casa. E’ adatto anche per i bambini perché è disponibile a giocare in qualsiasi momento.
Un po’ schizzinoso nell’alimentazione, ama variare in continuazione il cibo.