Negli ultimi anni, la spesa per i nostri amici animali – cani e gatti sono oggettivamente i più numerosi – è aumentata tantissimo e, con lei, è cresciuto anche l’interesse verso i rimedi naturali per il loro benessere.
La loro popolarità è frutto di diversi fattori, dal desiderio di fare scelte sostenibili fino a quello di utilizzare prodotti con un impatto ridotto sul fisico del proprio migliore amico.
Tra queste soluzioni, rientrano quelle a base di CBD. Metabolita della cannabis che, a differenza del più celebre THC, non ha effetti psicoattivi, è al centro dell’attenzione scientifica ormai da diversi decenni.
Per amor di precisione, è il caso di ricordare che, ad oggi, i dati in mano sono aneddotici o frutto di studi che hanno preso in considerazione campioni esigui.
Giusto per citare un riferimento utile, è il caso di chiamare in causa uno studio del 2022, condotto da esperti attivi tra Germania, presso istituzioni come la Ludwig-Maximilians-Universität, e Belgio.
Il lavoro scientifico in questione è partito con l’intenzione di scoprire gli effetti del cannabidiolo sull’epilessia canina.
A fronte di effetti collaterali blandi, è stata riscontrata una riduzione delle crisi epilettiche farmaco-resistente in sei tra quattordici cani annoverati nel campione.
Come evidenziato alla fine dello studio appena menzionato, sono necessari ulteriori lavori scientifici per trarre conclusioni più consistenti.
Nonostante questo, ribadiamo, si può comunque parlare di efficacia aneddotica.
Il lavoro della Dottoressa Elena Battaglia
In Italia, molte delle informazioni in merito si devono al lavoro della Dottoressa Elena Battaglia, veterinaria di Spotorno. Nel 2016, dopo aver somministrato al suo cane anziano un prodotto a base di cannabis acquistato negli USA e indicato per esemplari con artrosi ed epilessia, ha dato il via a una preziosa opera divulgativa in tutto il Paese.
Grazie ad essa, oggi si sanno molte più cose in merito alla cannabis agli animali domestici.
Tra queste, per esempio, rientra il suo essere efficace anche contro problematiche con un impatto notevole sulla serenità dei proprietari, come per esempio la sindrome abbandonica, che può riguardare i cani come i gatti.
Tornando alle patologie infiammatorie, come specificato dalla Dottoressa Battaglia stessa nel corso delle numerose interviste rilasciate nel corso degli anni, i tempi di azione sono fortemente variabili. Si va dai pochi giorni – al suo cane, diciotto anni e ormai incapace di alzarsi a causa dei dolori, ne sono serviti quattro – fino alle due o tre settimane.
Dosaggi
Come nel caso dell’uso umano, anche quando si parla di CBD per animali domestici non è possibile inquadrare riferimenti precisi per quel che concerne i dosaggi.
Dove acquistare i prodotti?
A questo punto, è naturale chiedersi dove acquistare i prodotti. Il riferimento principale per le problematiche appena menzionate è l’olio di CBD.
Lo si può comprare presso i negozi fisici che, sul territorio, vendono prodotti a base di cannabis o, in alternativa, online (se stai cercando un portale sicuro e referenziato per l’acquisto del prodotto, lo trovi sul sito di Cbweed, dove sono venduti anche degli antiparassitari aventi la cannabis come ingrediente).
Importantissimo è acquistare unicamente dalle sezioni dedicate ai prodotti pet care. L’olio di CBD formulato per l’uso umano, infatti, non è adatto agli animali domestici.
In generale, la formulazione dell’olio presenta numerosi vantaggi pratici, in primis la facile assunzione (può essere disciolta nella pappa).
Non dimentichiamo, inoltre, che si tratta di un prodotto diluito. Diversi esperti, tra cui la già menzionata Dottoressa Battaglia, hanno riscontrato poca efficacia nel ricorso al CBD puro.
Tra gli oli vettore utilizzati rientra quello di fegato di merluzzo, noto per la sua ricchezza in vitamina A, vitamina D e omega 3, nutrienti benefici in quanto in grado di regalare un boost di energia e di supportare la salute dello scheletro.